I venti che dominano nella regione sono quelli di mezzogiorno e di scirocco, attratti dal focolare del Sahara; quando si sollevano tempeste, quasi sempre alla stessa ora del pomeriggio, è generalmente per effetto di uno scontro di queste correnti meridionali con altre correnti del settentrione e di maestro. Nessun mese manca di pioggia: in questa regione, che corrisponde a quella del «Pot au Noir» nell’Atlantico, nubi che sprigionano rovesci d’acqua si formano in ogni stagione; nondimeno il mese di luglio è relativamente asciutto; le pioggie più dirotte cadono da settembre a novembre; il mese di aprile presenta un secondo massimo di umidità. Però la quantità annua dell’acqua pluviale non sarebbe, secondo Wilson, che di 1 metro e 25 centimetri nell’U-Ganda, il che si spiega per la mancanza di alti monti che fermino le nubi al loro passaggio. I mesi non si distinguono fra loro pel crescere o diminuire del caldo; i due soli fenomeni notevoli dell’anno solare essendo le due stagioni piovose di autunno e di primavera, gli abitanti di Ganda hanno preso per divisione naturale del tempo l’epoca delle piogge che coincide per essi con quella delle coltivazioni: i loro anni adunque, non sono che la metà dei nostri, ogni anno si compone di sei mesi, ed il primo chiamasi «mese in cui si semina», gli altri cinque «mesi in cui si mangia»(167).
Favorita da questa pioggia, la flora è ricchissima nelle fertili regioni che circondano il gran lago N’yanza, e il cui suolo consiste in terra vegetale posta sopra un’argilla rossa mista di sabbia e che non ha meno di una decina di metri di altezza.
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