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      Nel centro della città una palizzata, composta d’interi tronchi d’alberi, racchiude la gran capanna reale, quella del gineceo, i granai, la tettoia dove stanno i tamburi da guerra. Al di fuori di questa prima cinta vi è la corte di giustizia, ove il re, sedendo sopra un trono ornato di zanne, di artigli e di corna, giudica le liti dei suoi sudditi; lungo certe strade sinuose si succedono i tugurii del popolo minuto, tutti circondati da un giardino ove si coltiva il tabacco, alcune biade e varii ortaggi che gli Arabi importano dalla costa. Una seconda palizzata, meno salda di quella del palazzo reale, cinge tutto il villaggio.
      Ad occidente del fiume Isanga, il quale va a raggiungere un angusto stretto che s’inoltra a più di 50 chilometri nell’interno delle terre, il paese di Zinza (U-Zinza, U-Zingia) costeggia la parte che è a scirocco del N’yanza. È una regione poco esplorata, non ancora visitata dai viaggiatori europei se non che a molto gran distanza dal N’yanza e sul versante meridionale dello spartiacque che separa questo bacino da quello del Tanganika. I Wa-Zinza o genti di Zinza sono, come i Sukuma, divisi in parecchie agglomerazioni governate da capi e da maghi e che vivono in continui sospetti; in alcuni distretti osano appena uscire dai loro villaggi, temendo di vedere all’improvviso comparire i briganti della tribù dei Wa-Futa, che si dicono Bantù dell’Africa meridionale, forse Zulù, venuti dalle rive del lago Nyassa pel bacino del Tanganyka, saccheggiando e trucidando, come un’orda di belve.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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