I Wa-Nyambo, che vengono dal Karaguè e dalle provincie limitrofe, e che per la maggior parte fanno il mestiere di pastori, sono di più gracile aspetto che non gl’indigeni; quanto ai Wa-Soga, che immigrano dalle contrade poste ad oriente del Nilo Kivira, essi eguagliano in istatura ed in forza i Wa-Ganda; hanno la pelle di un nero ancor più cupo. Fra queste varie nazioni gli albini sono molto numerosi; nondimeno vengono mostrati come cose curiose nelle dimore dei grandi personaggi. Quell’usanza generale nelle tribù africane, di tatuarsi il viso, o di allungarsi il lobo dell’orecchio, o anche di rendersi aguzzi i denti, non è mai praticata nel paese; ogni mutilazione volontaria è vietata sotto pena di morte. I Wa-Ganda, abitanti delle terre alte, non si ungono di grasso il corpo come i più degli africani. Sono del resto pulitissimi e si lavano di frequente. La malattia più temuta nell’U-Ganda è il vaiuolo, importato probabilmente dalla costa orientale: esso perdona raramente quando si presenta sotto forma epidemica. Alcuni casi di lebbra si mostrano qua e là, e veggonsi spesso persone, la cui pelle nera è seminata di macchie bianche come quella dei Pindados del Messico.
L’alimento principale degli abitanti di Ganda è il banano, di cui posseggono molte varietà, fra altre la Musa ensete d’Etiopia, e che preparano in varii modi, anche per farne farina e per estrarne una bevanda fermentata. Le patate dolci, alcuni fagiuoli, varie specie di zucche e di solanacee, il melgone, il miglio, la papaia, il riso, e alcuni legumi introdotti dagli Arabi, sono pure nel numero delle loro piante alimentari; il caffè è parimenti coltivato ma non dà che piccolissimi chicchi, di cui i Wa-Ganda non fanno infusioni, ma si limitano a masticarli.
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