Nuove piante vi sono state introdotte, e ad un tempo nuovi modi di coltura: l’industria vi si rinnovella. Abilissimi a lavorare il ferro, i Wa-Ganda imitano perfettamente gli oggetti europei, e finanche sanno trasformare vecchi fucili a pietra focaia in armi a percussione. Apprendono volentieri, le lingue straniere; ed il sawahili, l’idioma delle coste, il più utile dell’Africa orientale, si parla già correntemente nella capitale e nei luoghi di mercato; un certo numero di capi parlano e scrivono anche l’arabo. Fanciulli e adulti superano in pochi giorni le difficoltà dell’alfabeto latino, reso più facile dai missionarii inglesi, meglio di quelle dell’arabo, ove il suono corrisponde sì raramente al segno: l’abbici ganda si compone di lettere latine, meno l’x ed il q surrogati da altri caratteri.
Finora le religioni straniere non hanno trovato adito nel paese. L’ islamismo, che fa tanti progressi a settentrione e a mezzodì degli altipiani, pareva dovesse primeggiare nell’Uganda; ma la pratica della circoncisione, senza la quale non vi ha musulmani oggidì, se non forse nel Senaar e più su, sul Nilo Azzurro(187), ha trovato ostacolo in una legge formale del paese, che mentre permette l’omicidio, vieta qualunque mutilazione. Un centinajo di giovani che s’erano lasciati circoncidere, furono bruciati per ordine del re; con tutto ciò gli stranieri musulmani hanno avuto il permesso di erigere una moschea(188). I missionari cattolici e protestanti hanno fatto un piccolissimo numero di proseliti, sebbene gli uni e gli altri abbiano egualmente sperato di poter fare un gran colpo convertendo il re, battezzato anticipatamente col nome di Costantino nero.
| |
Wa-Ganda Africa Uganda Senaar Nilo Azzurro Costantino
|