Tali sono i Wa-Nanda, che popolano le vallate delle montagne dello stesso nome, a settentrione del Kavirondo. Par che siano di un’estrema ferocia: tutti i mercanti stranieri evitano di passare in vicinanza dei loro covili. Dicono che «vestono di coltelli»: ne portano alle braccia, alle cosce, al busto e alla cintura(194).
U-GANDA: RUBAGA, PRINCIPALE RESIDENZA DI M’TESA. Disegno di A. de Bar, tratto da Stanley [vedi figura 151.png]
Le borgate dei Wa-Kavirondo sono tanto popolose da meritare il nome di città. La maggiore è quella di Kabondo, posta sulla frontiera orientale del paese, non lungi dal territorio occupato dai Masai. A quattro ore di cammino verso maestro, a N’yawa, sorge la residenza del re; poi, presso a poco alla stessa distanza e nella stessa direzione, in vista dei monti di Nanda, che s’innalzano a settentrione, è la città di Sendege, emporio dei mercanti musulmani di Zanzibar. Le carovane che procedono lentamente, non facendo più di dodici a quindici chilometri al giorno, impiegano due mesi interi a fare il viaggio. Più fortunati che nell’U-Ganda, i missionarii dell’islamismo rivendicano il Kavirondo come loro conquista: se non altro la maggior parte degli abitanti si sono sottoposti alla circoncisione.
A settentrione dell’U-Ganda, la più parte del territorio peninsolare compresa fra il M’wutan-N’zige e il Nilo Kivira appartiene alla nazione dei Wa-Nyoro. Un tempo tutta la contrada che si estende tra i due laghi niliaci costituiva il vasto regno di Kitwara, governato da una dinastia di conquistatori huma.
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