I Longo vivono in piena libertà, a gruppi di famiglie indipendenti, ed accettano l’autorità dei capi eletti soltanto durante le loro spedizioni di guerra(200). Fra queste nazioni africane su cui la civetteria ha tanto impero, ve n’ha poche che impieghino maggior tempo ad acconciarsi la zazzera per darle una forma elegante o maestosa; i più se ne formano una specie di casco, in cui ciascuna treccia è frammista di lana di vario colore, e che termina con un’aureola di penne, con ghirlande di conchiglie e di vetrerie, con zucche ricurve che imitano corni di bufalo: anni interi si spendono a menare a termine simile edificio di capigliatura(201). Le donne langhe sono le più belle e le meglio fatte di tutta la regione degli altipiani; esse non hanno vestimenta, ma si adornano di collane, di cinture, di braccialetti e di anelli. I Lango, popolo di pastori, non hanno un nutrimento quasi unicamente vegetale, come quello dei Wa-Ganda e dei Wa-Nyoro. A mezzodì del Nilo, le genti dei Wa-Ciopi o Scefalu formano un altro gruppo etnografico isolato: secondo il loro dialetto ed il loro aspetto fisico, possono essere classificati nella nazione degli Sciluk, la maggior parte dei quali abita circa mille chilometri più a settentrione, al di là del Bahr-el-Gazal. Gli Scefalu stessi dicono che discendono da conquistatori venuti dal nord(202).
Masindi, posto sulle rive di un affluente del lago M’wutan, al tempo dei viaggi di Speke, Grant, Baker, era la residenza del re dell’U-Nyoro; nel 1877 era surrogata, come capitale, da Nyamoga, che è parimente ben situata nel centro della contrada limitata dal M’wutan e dalla gran curva che descrive il Nilo al disotto di M’ruli.
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