I corsi del Nilo e dell’Asua all’oriente e a scirocco, quello del Bahr el-Ghazal a settentrione, formano i confini naturali di questa regione geografica. Nel movimento storico del continente gli abitanti di questa contrada hanno pure una parte speciale: trovasi quivi il principale passaggio tra il bacino del Nilo e quello del Congo. Non essendo lo spartiacque indicato da alcuna sommità notevole, le migrazioni dall’uno all’altro versante si fanno agevolmente; la linea idrografica di divisione non è un limite naturale fra le stirpi, e varie nazioni, fra l’altre quella dei Niam-Niam, occupano i due versanti di questa zona, sempre più avanzando verso settentrione. Per questa regione dello spartiacque passerà in avvenire la via principale di comunicazione dall’oriente all’occidente del continente, fra il Mar Rosso e il golfo di Benin; già Peney, Lejean, Petherick, i fratelli Poncet, Piaggia, Schweinfurth, Potagos, Junker, Bohndorff, hanno tracciato la via, e sulle loro orme s’affollano altri esploratori. A settentrione della regione dei Fiumi trovasi un vero limite naturale, ma non è indicato da una sommità dello spartiacque: il clima segna la linea di separazione, ed in conseguenza si stabilisce il contrasto nell’aspetto del suolo, nella vegetazione, nella fauna e nelle popolazioni stesse. L’avvallamento parallelo all’equatore in cui serpeggia il Bahr el-Arab coincide in generale con questa frontiera climatica. A mezzodì le acque piovane sono tanto copiose, da formare ruscelli e fiumi perenni o almeno che durano per una metà dell’anno; a settentrione i burroni che scendono verso il fiume degli Arabi non sono che fossati percorsi da acque impetuose soltanto dopo le piogge dirotte.
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