A settentrione e a mezzogiorno della zona del Bahr el-Arab, le foreste, formate da diverse specie d’alberi, non hanno lo stesso aspetto: da un lato, verso il For, si vede il baobab, col suo enorme tronco rigonfio; dall’altro, verso il Fertit, si mostrano i boschi di lulu o «albero del burro», che coprono col loro fogliame intrecciato, simile a quello della quercia, spazii di più centinaja di chilometri. Le grandi scimmie non varcano mai il limite del paese dei Fiumi per entrare nel Kordofan; del pari l’elefante non si arrischia a settentrione del Bahr el-Ghazal, e la formidabile mosca tsetsé non estende le sue stragi sulle greggie delle pianure settentrionali. La regione dei Fiumi è il paese dei Negri e delle bestie cornute, mentre l’opposto versante è la stanza degli Arabi e dei cavalli.
La contrada compresa fra il Bahr el-Gebel e il Bahr el-Arab, così ben caratterizzata dalla sua rete di corsi d’acqua, non ha un nome generale e non è nota che colle denominazioni delle tribù che l’abitano: politicamente la parte occidentale del paese è denotata come provincia del Bahr el-Ghazal, e dovrebbe appartenere tutta al bacino di questo affluente del Nilo. Si potrebbe denotare l’insieme della regione col nome di Paese dei Fiumi, poichè quivi appunto trovansi riuniti tutti i tributarii occidentali del fiume, a settentrione del M’wutan-N’zige: la superficie totale di questo territorio così bene irrigato è di circa 850,000 chilometri quadrati, secondo le carte provvisorie dovute ai recenti viaggiatori; la sua elevazione media è di 800 metri.
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