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      Gli Europei possono vivere nel paese, a patto di menare una vita molto attiva; nondimeno le vaste paludi del basso paese renderanno sempre la regione pericolosa agl’immigranti, finchè «luoghi di salute» analoghi a quelli dell’India, non saranno stabiliti nelle montagne meridionali.
     
      Le guerre e le razzie dei negrieri hanno in parecchi luoghi mescolato le tribù; gli antichi limiti sono divenuti incerti; i territorii hanno mutato di occupatori; durante l’ultima generazione, la popolazione non si è mantenuta in modo stabile nei dominii ereditarii fuorchè sulle due rive del Nilo, fra Magungo e Dufilè, dove i mercanti di schiavi non sono penetrati, o almeno non sono dimorati lungo tempo. E però questa parte della contrada è popolosa; vi si può viaggiare intere giornate senza aver sott’occhio un sol paesaggio che non sia stato modificato dalla coltura, o dove rimanga un avanzo di macchia o di foresta vergine. In questi distretti, la cui pace non è stata turbata da più generazioni, i costumi sono miti; non si sente mai parlare di delitti; un viaggiatore può attraversare la contrada per ogni verso, con non altra arma che il bastone. Vi ha gran diversità fra queste popolazioni pacifiche e quelle che i mercanti di schiavi hanno oppresse! Non pertanto sono quasi tutte della medesima origine, e un tempo avevano gli stessi costumi, lo stesso ordinamento sociale e politico. La maggior parte di razza negra, parlano lingue totalmente diverse dagl’idiomi bantu usati dalle tribù littoranee del N’yanza.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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