Quando lo straniero continua il suo viaggio, l’ospite scanna una capra sulla via, per iscongiurare ogni pericolo di cattivo incontro. Tre giorni della settimana sono considerati come propizii, tre sono nefasti, il settimo non è buono nè cattivo. Il viaggiatore che non tiene conto di queste superstizioni locali, deve spesso pentirsene; poichè quelli che lo accompagnano, ben disposti, fidenti e bravi quando partono sotto felici auspicii, si rifiutano alla fatica e tremano al minimo romore quando la natura loro sembra ostile(211).
MUSICI SCIULI. Disegno di E. Ronjat, da una fotografia del sig. R. Buchta. [vedi figura 169.png]
I pascià egiziani hanno fondato sul territorio sciuli alcune stazioni militari, a due o tre giorni di marcia le une dalle altre, in modo da dominare la contrada mercè una rete di vie strategiche. Uno di questi fortini, Wadelai, è situato sulla riva sinistra del Nilo, al confluente di un fiumicello; ma la piazza più importante, Fatiko, indicata da Baker, sta ad un centinajo di chilometri ad oriente del fiume, tra due affluenti dell’Asua, sopra un suolo di terra rossa di grande fertilità, dominato da dirupi di granito: a settentrione del borgo, una di quelle rupi s’erge di un centinajo di metri al disopra della campagna, dominando un vasto orizzonte fin oltre il Nilo; verso greco il picco di Sciona, uno dei cui lati quasi verticale s’innalza a 230 metri, indica ai viaggiatori la direzione da seguire attraverso le foreste e le savane. Fatiko, situata ad un’altezza di circa 1200 metri, occupa precisamente il culmine della regione degli Sciuli: da questo punto culminante si scende a settentrione, a ponente, a mezzodì mercè una successione di scaglioni ripidi a forma di terrazze.
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