A mezza via dalla stazione di Foweira, sul Nilo Kivira, e da Dufilè, sul Nilo delle Montagne, Fatiko occupa un’eccellente posizione commerciale, in una pianura circondata di colline circolari, un vero «paradiso dei botanici»; esporta molte biade e cera. Gli altri popolosi villaggi del paese degli Sciuli sono, ad oriente e a settentrione dell’Asua, Fagello o Fagiuli, Fadibek, Faragiok e Obbo.
I Madi, che vivono a settentrione, principalmente sulla riva destra del fiume, hanno lo stesso aspetto degli Sciuli, la stessa civetteria nell’acconciatura della chioma, lo stesso uso di pingersi la persona; e non solo loro somigliano pei modi, ma hanno pure com’essi il raro privilegio di rispettare la libertà delle donne e di ammetterle nei loro consigli. Parrebbe che Madi e Sciuli siano fratelli di razza; nondimeno l’idioma dei Madi è affatto distinto da quello dei Lur, degli Sciuli, degli Sciluk, e si avvicina per contrario al linguaggio dei Niam-Niam; ha molti monosillabi, e si pronunzia con una voce enfatica e balbettante(212). Senza dubbio questo contrasto della lingua e questa somiglianza di costumi si spiegano colla coesistenza di due popoli, oggi fusi in un solo: le tribù conquistate, più numerose, avranno finito coll’assimilare a sè i conquistatori, ma questi avranno conservato ed imposto la loro lingua. Dalla via di libeccio saranno venuti probabilmente gl’invasori: da quel lato i Madi occupano i due versanti della più alta catena dello spartiacque, e confinano nel bacino del Congo con popolazione della stessa lingua e della stessa origine, i Kalika.
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