Del resto, gli Sciluk son quelli che hanno di gran lunga la superiorità del numero e che hanno mandato più sciami nelle varie parti della contrada. Essi stessi par che siano venuti da scirocco, dalle campagne bagnate dagli affluenti del Sobat; di poi i loro coloni, i Luoh o Diur hanno occupato una parte del territorio verso libeccio, tra i Bongo e i Denka; altri hanno perfino attraversato il Nilo Kivira, per andare a stanziarsi, sotto il nome di Scefalu, fin nel paese dei Wa-Nyoro; di presente formano colonie sulla riva destra del Nilo, al disotto del Sobat, negli spazii rimasti deserti nel paese denka dopo il passaggio dei negrieri. Sulle due rive la popolazione era «immensa», d’incomprensibile densità(246); la riva destra, è vero, era la meno popolosa; ma colà pure si succedevano non è molto centinaia di villaggi denka. Furono tutti dati alle fiamme; nel 1862 essendosi un capo di avventurieri, Mohammed Her, concertato colla tribù araba degli Abu-Rof che popolano ad occidente di Senar una gran parte della mesopotamia dei due Nili, il paese fu totalmente devastato. Gli Abu-Rof, scaglionati a pie’ dei monti sopra un’immensa linea, ricacciarono i Denka sul Nilo e sul Sobat, che erano sorvegliati dalle barche dei negrieri. La retata riuscì così, che non isfuggì un solo negro(247); un paese di parecchie decine di migliaia di chilometri quadrati rimase spopolato. Si comprendono i rimorsi che spesso manifestò Gordon, di aver contribuito a spandere in quei paesi «i benefizii della civiltà». «Noi non abbiamo che fare delle vostre perle nè della vostra amicizia.
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