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      Questo paese è quello a cui gli Arabi dànno il nome di Habech, gallicizzato in quello di Abissinia; ma questa denominazione, che si crede di origine dispregiativa, poichè significa «accozzaglia, moltitudine», non è accettata di buona grazia dagl’indigeni che conoscano l’arabo. «Itiopiavian», Etiope, così si denomina alteramente, consapevole di un lungo passato di gloria, l’abitante degli altipiani donde scendono il fiume Azzurro e gli altri grandi affluenti del Nilo. Nondimeno il nome di Abissinia, come quello di Germania e tanti altri, diversi da quelli che gli abitanti stessi dànno al loro paese, ha preso fra gli stranieri una forza d’uso di cui bisogna tener conto per farsi comprendere.
      I cangiamenti di frontiera cagionati dalle vicende delle guerre e delle conquiste hanno impedito da lungo tempo ed impediscono ancor oggi che i nomi di Etiopia e di Habech rappresentino una precisa individualità politica. Ora queste denominazioni si applicano soltanto all’alta cinta di monti la cui cavità centrale è occupata dal lago Tana; ora abbracciano tutte le contrade circostanti, da un lato fino alle pianure niliache, dall’altro fino alle rive del Mar Rosso: nell’uso ordinario il nome di Abissinia si adopera specialmente in un senso politico, e gli eserciti del «re dei re» son quelli che ne segnano i confini. La voce Etiopia ha un senso più esteso. Sotto l’aspetto geografico, le frontiere naturali di questo paese sono tracciate dalla scala di elevazione, che forma ad un tempo le linee di separazione fra le regioni di flore, di faune e di popolazioni differenti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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