Si può dire in modo generale, che tutta la contrada, di figura triangolare, che s’innalza tra il Mar Rosso ed il Nilo, al disopra di un basamento di mille metri di altezza, costituisce la vera Etiopia. Da tutte le parti gli scoscendimenti esterni dell’altipiano indicano la zona di transizione tra le terre etiopiche e i paesi circostanti. A settentrione vi sono i contrafforti che si avanzano fino in vicinanza del Mar Rosso, lasciando alla loro base un’angusta striscia di campagne littoranee. Ad oriente le pendici dirupate delle Alpi del Tigrè, del Lasta, dello Scioa sono ad un tratto limitate da pianure ineguali, che continuano fino al mare e sembrano essere state in parte bassi fondi marini; uadi e paludi si distendono lunghesso le radici dei monti, come quegli scoli che circondano la base delle rocce di recente emerse. Ad occidente i declivii digradano più dolcemente: i monti, frastagliati in piccole catene e in promontorii, si abbassano per gradini successivi, confondendo i loro ultimi rigonfiamenti colle ondulazioni delle pianure, e rialzandosi qua e là in massi e in picchi distinti attraverso gli strati d’alluvione. A mezzodì i limiti naturali dell’Etiopia sono meno precisi, prolungandosi l’altipiano in quella direzione verso le alte terre del paese dei Masai; nondimeno si sa che esistono in questa regione chiuse poco alte, le quali permettono di passare agevolmente dalle valli tributarie del Nilo, per mezzo del Sobat, in quelle che scendono, per mezzo del Giuba, verso il Mar delle Indie.
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