Inoltre alcune piante particolareggiate sono state prese dagli officiali inglesi dell’intera regione percorsa dalle truppe britanniche nel 1868, dalla baia d’Adulis al «monte fortificato» di Magdala.
ABISSINIA PROPRIAMENTE DETTALa maggior parte dei viaggiatori europei che hanno visitato le terre alte dell’Etiopia ne hanno scalato i pendii dalla parte di oriente, lato dal quale l’aspetto di quella cittadella di montagna è più maraviglioso. Al disopra del samhar o mudun, pianura brulla che separa la costa dai primi scoscendimenti dell’altipiano, si veggono soprapporsi in cupole e in piramidi gli scaglioni esterni della piattaforma etiopica, rocce arsicce o pendici di verzura, le cui cime, dai contorni quasi sempre tremolanti nella nebbia, si confondono in una lunga cresta ineguale. All’uscita dei burroni che tagliano le masse rocciose coi loro solchi paralleli, sassi rotolati e frane discoscese succedono all’argilla delle pianure, e qua e là un albero isolato, qualche cespuglio, dei pezzi di prato si mostrano nei fondi ove si accoglie l’umidità delle piogge, ove passa talvolta l’acqua subitanea e fragorosa dei torrenti. Più su s’ergono le pendici ciottolose o boscose, le pareti scoscese, orlate di pericolosi sentieri. Quando il viaggiatore giunge finalmente alla vetta della montagna, si trova, non sopra una cresta, come avrebbe potuto credere, ma sopra pascoli quasi piani e cosparsi di grandi ginepri. All’altezza variabile di 2200 a 2700 metri(253) si profila lo sporto di questo altipiano, donde si scorge da un lato la pianura grigia e nuda, dall’altro la bizzarra scacchiera dell’Etiopia interna colle spianate sporgenti ed ineguali, coi massi irregolari che le sormontano e colle gole profonde che le separano.
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