Pagina (373/1017)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      A mezzodì del fiume nascente, un altipiano frastagliato si prolunga verso occidente e termina coll’enorme montagna di Suna, una delle più alte cime dell’Abissinia (4231 metri); il suo contrafforte occidentale, che s’inchina verso il lago Tana, è il celebre Debra Tabor o Monte Tabor, ove trovasi la capitale militare dell’Etiopia presente. A settentrione s’innalzano i monti del Beghemeder, poi quelli di Belessa, ancora poco conosciuti, che si ricongiungono ai monti del Wagara e del kualla Wagara, succedentisi come gli scaglioni di una piramide in direzione delle pianure niliache.
      Ad occidente dell’altipiano dei Galla Wollo, che si reputa un vasto campo di lave, i pendii s’inchinano gradatamente verso il Nilo Azzurro, interrotti nondimeno da catene secondarie. L’altipiano, tagliato a un tratto a mezzodì dalla profonda cascata semicircolare in cui passano le acque dell’Abai o Nilo Azzurro, ricomincia più a ponente e s’innalza di spianata in ispianata fino ai monti del Gogiam, che formano con quelli del Simen e del Lasta le parti più culminanti dell’Abissinia. La catena principale di questa provincia montuosa si svolge in un semicerchio concentrico a quello che descrive il Nilo Azzurro. La cresta suprema, denominata Talba Waha, supera probabilmente i 3600 metri; ma, sebbene una delle vette sia chiamata, come la montagna d’Adua, Semayata, cioè «Bacia il cielo», si assicura non sia mai coperta di nevi; pare che in questa regione, tra il decimo e l’undecimo grado di latitudine, le cime non pervengano alla zona delle nevi perpetue(267).


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





Suna Abissinia Tana Debra Tabor Monte Tabor Etiopia Beghemeder Belessa Wagara Wagara Galla Wollo Nilo Azzurro Abai Nilo Azzurro Gogiam Simen Lasta Abissinia Nilo Azzurro Talba Waha Adua Semayata