MONTI DEL SIMEN. — VEDUTA PRESA DAL PASSO DI LAMALMON. Disegno di Slom, da uno schizzo di Gerardo Rohlfs. [vedi figura 224.png]
I monti di Talba Waha s’abbassano in scoscendimenti ripidi ad oriente e a settentrione, come la maggior parte delle altre catene dell’Etiopia, mentre ad occidente s’inchinano in dolce pendio verso il paese dei Gumus e dei Berta. A settentrione ed a maestro il resto dell’altipiano, tagliato in innumerabili frastagli dai fiumi, forma una serie di scaglioni dominati da alcune piramidi di una debole elevazione relativa: le vette del Waldebba, all’angolo maestrale del lago Tana, giungono a 2340 metri. Tutta questa regione dell’Etiopia è di origine vulcanica, e termina dal lato della pianura con massi dirupati che hanno fino a 30 metri di altezza verticale e sostengono colonnati basaltici sulla loro sommità. Al di là del promontorio chiamato Ras el-Til o «capo dell’Elefante», limitato a libeccio dal corso del Rahad, il suolo piano della steppa è traforato da punte e da guglie di varie grandezze, che dànno alla contrada il più bizzarro aspetto. Una montagna di granito interamente isolata, il Gana o Gebel Arang, è il masso più avanzato di questa strana formazione; grandi alberi, fra i quali dei baobabbi, che si trovano in questo sito al limite settentrionale della loro zona, crescono sulle pendici del Gana e ne coronano la cima, ad un’altezza di circa 600 metri(268).
Fuori degli altipiani etiopici, alcuni massi e monti isolati s’ergono nelle vicinanze del Mar Rosso.
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