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      Se il vulcano di Ortoale non è situato in riva al mare, almeno erge il suo cono fumante al disopra di una pianura lacustre che è stata una baia marina. Quell’avvallamento di Ragad, cui Munzinger dà pure il nome d’Ansali, da un monticello isolato che s’innalza in mezzo alla solitudine, occupa una superficie di circa 2500 chilometri quadrati, ed il suo livello medio è ad una settantina di metri al disotto della superficie del Mar Rosso: è una specie di «ghor», come quello in cui scorre il Giordano e si distende il lago Asfaltide. Su quasi tutto il circuito di questa pianura si svolge una sponda sinuosa di gesso, interrotta ad ogni tratto da uadi, e da queste rocce sgorgano sorgenti ombreggiate da palme dum; un cerchio di verzura circonda così lo spazio deserto e brullo ove si vedono soltanto acacie, pruni e salsole. Una fascia di sabbia circonda le argille del centro. Allontanandosi dalle rive, veggonsi apparire efflorescenze saline, che si fanno più dense a poco a poco verso il mezzo della pianura, e si cangiano in una lastra d’un mezzo metro di spessore, la quale offre qua e là l’aspetto di un pavimento grigiastro, le cui commessure son piene di cristalli di risplendente bianchezza. Nella parte più profonda dell’avvallamento, fra il monticello d’Ansali ed il vulcano d’Ortoale, s’accumulano le acque d’un lago, l’Alalbed o Allolebod, le cui dimensioni variano secondo la quantità d’acqua portata dai torrenti; in media pare abbia un solo metro di profondità. Si spiega il prosciugamento dell’antica baia d’Ansali con un rialzamento del littorale, che pare si sollevi gradatamente ad occidente del Mar Rosso, del pari che sulla riva orientale, in Arabia: banchi di corallo, conchiglie moderne che s’incontrano a settentrione della pianura, attestano il soggiorno delle acque marine sul suolo di presente emerso, fra la pianura di Ragad e la baia di Auwakil(271). I fiumi che scendono dalla catena etiopica, perfino il Raguali o Ragule, che riceve parecchi affluenti e la cui acqua perenne alimenta sulle rive una ricca vegetazione, non sono tanto abbondanti da compensare l’umidità che evapora, ed è perciò che l’antico lago, un tempo estesissimo, si è gradatamente ristretto alle dimensioni di una palude senza profondità. I Taltal, che abitano le contrade circostanti, raccontano agli Abissini, probabilmente per distoglierli da una visita, che talvolta il lago «si mette in cammino», abbandonando l’antico fondo e ricoprendone uno nuovo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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