In molti siti dall’alto dei monti non si scorgono altre macchie verdi che quelle delle coltivazioni intorno ai villaggi e i boschi sacri delle chiese. Del resto, le specie d’alberi appartenenti alla flora abissina sono poco numerose: non se ne conoscono che 235, di cui 30 soltanto nel voina-dega e 10 nel dega(286). Ma, grazie alle varie gradazioni dei climi e delle specie sui pendii e sulle spianate, l’Etiopia potrebbe un giorno divenire un vasto orto botanico per la coltura di tutti gli alberi d’Europa, di tutte le piante alimentari e industriali. Povera in fatto di minerali, poichè essa ha soltanto ferro, sale e zolfo nei paesi vulcanici, e poca polvere d’oro nel Gogiam e nel Damot, ha in compenso le risorse infinite che le dà l’universalità della sua flora, europea alla sommità, indiana alla base; ma queste risorse rimarranno quasi senza utilità finchè facili vie di comunicazione non mettano gli altipiani etiopici in relazioni commerciali col mondo esterno. Durante la stagione propizia, quando le piogge non cangiano i sentieri in pantani e non gonfiano i torrenti, i viaggiatori per consueto hanno bisogno di mesi per attraversare l’Abissinia, dalle coste del Mar Rosso alle pianure inclinate verso il Nilo. Le tappe, gli approvvigionamenti sono regolati dal sovrano, e più d’un viaggiatore attese per settimane e mesi interi l’autorizzazione di proseguire il suo cammino.
La varietà dei climi e delle flore ha per conseguenza quella delle specie animali, selvatiche e domestiche: come le piante si succedono sui fianchi dei monti in ordine corrispondente a quello delle zone sulla superficie della terra, così la fauna si scagliona sui pendii.
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