Nondimeno divengono rari, giacchè i cacciatori li perseguitano accanitamente, non solo per istrappar loro il prezioso avorio, ma ancora per vendicare le devastazioni commesse nei luoghi coltivati. Gli Arabi della pianura raccontano che gli elefanti sanno molto bene quando debbano attendere i convogli dei cammelli che portano provvigioni di durra alle montagne: in agguato per ispiare la carovana, si presentano di repente, i cammelli spaventati s’inalberano e fuggono gettando i loro otri pieni di biade, e gli astuti assalitori s’impadroniscono delle provvigioni(288). La mancanza d’acqua nelle pianure costringe anche gl’ippopotami a penetrare a fondo nell’interno dell’Etiopia, fino a piè delle cascate; essi si bagnano nelle gore dell’alto Takkazè, e non temono di avventurarsi sulle pendici dei monti circostanti a gran distanza dal torrente; sono pur numerosi nelle acque del Tana, ma non vi raggiungono le stesse dimensioni che hanno nella corrente dei fiumi africani. I coccodrilli risalgono i corsi d’acqua dell’Abissinia fino alle vicinanze delle sorgenti; ma quelli che risalendo le acque correnti non possono fuggire, e che pel disseccamento delle pozze o laghetti temporanei dei fiumi rimangono nella melma, restano intorpiditi per tutto il tempo della siccità; solo la novella inondazione li riscuote da quel torpore.
Il leone si perde raramente al disopra delle regioni basse, e verso settentrione non oltrepassa il territorio dei Beni-Amer: si distingue dai suoi congeneri dell’Africa centrale per le tinte oscure della sua giubba, ed anzi una delle sue varietà, che vive sulle rive del Takkazè, è quasi del tutto nero.
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