L’Etiopia, coi suoi immensi pascoli d’erbe eccellenti, è il paese più adatto all’allevamento del bestiame, e alcune delle razze differenti per statura e per forma, per lunghezza di corna e per colore del mantello, potrebbero gareggiare colle più belle di Europa. Le due specie di pecore, a coda sottile e a coda grossa, come pure una specie intermedia, s’incontrano in diverse parti dell’altipiano. Gli Abissini allevano anche la capra, la cui pelle dà la pergamena su cui sono scritti la maggior parte dei libri religiosi; ma non hanno porci, colombi, anitre, oche: i polli non mancano in nessun villaggio, e in alcune chiese si nutrono galli per annunziare l’ora della preghiera mattutina. I cani domestici costituiscono piccole razze, senza notevoli qualità, ad eccezione dei cani da pastore, che sono di alta statura e di gran valentia. In alcuni distretti dell’Etiopia si occupano pure di apicoltura; ma si è notato che il miele ha proprietà velenose dovunque le api vanno a suggere i fiori dell’euforbio a candelabro: fenomeno simile a quello che si è osservato fin dall’antichità nei monti del Caucaso e del Ponto.
Elementi diversissimi si sono fusi nella popolazione dell’Etiopia. Immigranti dalla penisola arabica, dalle rive del Nilo, dalle alte e basse pianure circostanti vi si sono mescolati a più riprese con gli aborigeni. Quelli che come tali si considerano sono gli Agau o Liberi(293), che costituiscono ancora il fondo della nazione etiopica, e che vivono principalmente nelle provincie del Lasta, sull’alto Takkazè, e nell’Agaumeder, ad occidente del lago Tana.
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