Ma egli è probabile che fra non molto tempo le pratiche religiose dei Felascia non saranno più che una memoria, poichè il principio del governo etiopico è che il suddito dee professare la legge del padrone. Al tempo del passaggio dei più recenti viaggiatori si era in aspettazione di un ordine reale che obbligasse i Felascia a dichiararsi cristiani.
La casta dei Kamant, che trovansi in picciol numero nei monti delle vicinanze di Gondar e nei kualla del versante maestrale dell’Etiopia, come pure nello Scioa, parla la lingua dei Felascia e non si distingue da essi pel tipo del viso: anche i Kamant si considerano come di razza agau. Le loro tradizioni li collegano ai Felascia, e come essi hanno per loro profeta Mosè; se non celebrano il sabato, almeno in quel giorno si riposano dal lavoro; forse ve n’ha pure di quelli che s’astengono dalla fatica nelle feste cristiane. Nondimeno cristiani ed ebrei sono concordi nel non vedere in essi altri che pagani; si dice che vanno a praticare certe cerimonie a piè delle rocce. Teodoro, al principio del suo regno, ebbe l’idea di convertirli per forza alla religione cristiana; ma gli si fece osservare che non sarebbe stato conveniente trattare come eguali innanzi a Dio esseri di vile condizione, che servono come portatori d’acqua e taglialegna le famiglie borghesi di Gondar. I Kamant sono laboriosissimi, e sotto questo aspetto potrebbero servir di esempio agli Abissini che si credono loro superiori: si deve ad essi se Gondar e le altre città vicine ricevono ogni mattina le provvigioni necessarie(299). Come gli Orejones del Nuovo Mondo, come i Wa-Kuasi presso il Kilimangiaro e come la gente delle varie tribù bantù, le donne kamant si bucano il lobo degli orecchi per mezzo di dischi di legno, in modo da farsi ricadere sulle spalle la cartilagine esterna.
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