In gioventù la maggior parte delle donne sono graziosissime; ma il periodo della bellezza non dura a lungo; la loro statura è in proporzione più piccola di quella degli uomini; secondo Hartmann è in media di metri 1,45 a 1,48, e non supera quest’altezza se non per rara eccezione.
Gli Etiopi, uomini e donne, hanno tutti per commensali interni delle tenie. Ormai è fuor di dubbio che la presenza di questi parassiti ha per cagione l’uso di cibarsi di carne cruda, cosa generale presso gli Abissini, fuorchè presso gli abitanti della provincia settentrionale del Serauè, il cui nutrimento è quasi esclusivamente vegetale(313). Nel passato secolo i racconti di Bruce sui banchetti di brondo, cioè a dire di carne di bue ancor palpitante, condita di pepe e di peperoni, non trovarono altro che increduli e contribuirono a farlo accusare di mala fede; ma tutti i viaggiatori che dopo di lui hanno percorso gli altipiani etiopici hanno dovuto confermare ciò ch’egli disse. Per isbarazzarsi del loro ospite incomodo gli Abissini ricorrono alla decozione di foglie del kusso, a certe cortecce amare e ad altri rimedii vegetali; ma preferiscono esporsi al morbo anzichè rinunziare al saporoso brondo. Fra le varie malattie che hanno a temere gli abitanti dell’altipiano, bisogna citare sopratutto la lebbra, molto comune nei kualla, e specialmente nei villaggi abitati dai Felascia(314). Le valli superiori dell’Etiopia hanno, come quelle dell’Europa e dell’America meridionale, molti gozzuti fra i loro abitanti, particolarmente fra le donne(315). Secondo l’inglese Blanc, medico che fu lungo tempo prigioniero di Teodoro, la mortalità colpisce sopratutto le puerpere, mentre nei paesi vicini i parti sono generalmente facilissimi.
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