Le piaghe guariscono lentamente in Abissinia, e la minima contusione trae seco sovente malattie delle ossa lunghe a guarire; e nondimeno le amputazioni di braccia e gambe, del pari che le castrature, sì frequenti in questo paese di maneschi e di invalidi, si fanno quasi sempre senza conseguenze mortali, e la guarigione è in generale rapida(316). Gli abitanti degli altipiani temono l’aria febbrile dei kualla quanto gli Europei, e non discendono molto al di sotto di 1000 metri d’altezza durante la stagione delle piogge. I pericoli che corrono i montanari sotto l’influenza perniciosa del caldo umido sono la miglior garanzia delle popolazioni della pianura contro ogni assalto degli Abissini: quando il re dei re vuol punire una gente delle terre calde, vi manda sovratutto dei guerrieri galla, già mezzo acclimati pel soggiorno loro nelle foreste dell’Etiopia meridionale. Nondimeno i cacciatori di elefanti e i negrieri che scendono nelle regioni basse in cerca della loro selvaggina, possono affrontare impunemente, dicesi, i miasmi della pianura: essi si sottopongono ogni dì a suffumigi di solfo(317).
Gli Europei che hanno viaggiato in Abissinia, secondo la buona o mala ventura incorsa, rappresentano in vario modo il carattere dei popoli etiopi di cui hanno a lagnarsi o a lodarsi. Nondimeno dalle loro descrizioni in generale appare che gli Amarici e i Tigresi si distinguono per viva intelligenza, per molta gaiezza naturale e per affabilità nel trattare. Senza avere studiato alcuna arte oratoria, si esprimono con notevole eloquenza, sostenuta dalla nobiltà dell’atteggiamento e dalla convenienza del gesto.
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