Del resto, il Cristo, sebbene fatto uomo, non cessa di essere Dio per gli Abissini, grazie alla «doppia» o «triplice nascita», il cui modo e la cui successione hanno dato luogo a dispute senza fine tra i teologi, ed hanno perfino cagionato guerre sanguinose. Gondar ed Aksum hanno spesso cercato di risolvere colle armi la quistione teologica della doppia o triplice nascita. Secondo le interpretazioni, le parole, ora prese nel significato proprio, ora tradotte in un linguaggio mistico, cangiano totalmente di valore, e spesso alcuni missionari europei, cattolici o protestanti, hanno potuto, fra gli applausi degli uditori, spiegare qualmente non fosse veruna differenza essenziale tra la fede degli Etiopi e quella che si tentava di insegnar loro. Pei cattolici sopratutto la cosa è facile: non hanno essi, come gli Abissini, il culto di Maria o «Nostra Donna del Miele», la venerazione delle immagini, l’intercessione dei santi, i digiuni, il purgatorio, le indulgenze, gli ordini mendicanti? Accolto come un prelato nazionale, il primo missionario cattolico sbarcato in Abissinia, Bermudez, verso il 1525, si fece consacrare dal primate d’Etiopia, e divenne per qualche tempo suo successore. In questo mezzo i Galla maomettani, sotto la condotta di Ahmed Grañhe, cioè «il Mancino» che aveva a sua disposizione fucili e cannoni, invasero l’Etiopia, ne distrussero gli eserciti, ne misero le città a ferro e a fuoco, e l’impero avrebbe forse cessato di esistere, se quattrocento Portoghesi , sotto la condotta di Cristofaro di Gama, figlio del gran navigatore, non fossero accorsi per ristabilire l’equilibrio.
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