Come in principio i re d’Etiopia sono padroni assoluti, così i governatori di provincia, i possessori di feudi, gli scium o capi di ciascuna città o villaggio, hanno il diritto di far qualunque cosa senza responsabilità, fuorchè verso i loro superiori. Nullameno esiste un codice di leggi, la «Guida dei Sovrani», al quale si dà per autore Costantino, e che è certamente del tempo in cui l’influenza bizantina era preponderante nel mondo orientale. In virtù di questo codice, che contiene parecchie prescrizioni del Pentateuco e diverse cose tolte alle leggi di Giustiniano(333), il padre ha diritto di vita e di morte sui figli, allo stesso modo che il re sui sudditi; la ribellione del figlio contro il padre, del vassallo contro il suo signore, è punita coll’accecamento o colla morte; il bestemmiatore o il mentitore, che abbiano invocato invano il nome di Dio o del re, debbono aver tagliata la lingua; il ladro perde la mano destra; l’assassino è dato in balia della famiglia della vittima e ucciso nella stessa guisa che egli medesimo ha ucciso; nondimeno, se l’uccisione è stata involontaria, la famiglia lesa deve accettare il prezzo del sangue. Le membra amputate dei condannati sono sempre cotte sulla graticola, sotto gli occhi delle vittime, e son loro consegnate, infuse nel burro, affinchè le possano conservare, farle seppellire col resto del corpo, e rialzarsi interi nel dì del giudizio universale(334). Il fumare è proibito, «perchè il tabacco è nato nella tomba d’Ario,» e alcuni ras fanatici hanno fatto tagliar le labbra ai colpevoli(335). È cosa rara che un capo condanni al carcere: una catena che termina ad ogni estremità con un forte anello, è fermata da un capo al polso destro del prigioniero, e dall’altro al polso sinistro del suo custode, divenuto così prigioniero egli medesimo(336); e però egli cerca di sbarazzarsi sollecitamente del suo molesto compagno, per via di un compromesso o di un definitivo giudizio.
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