Come gli abolizionisti americani, ma con un’intenzione al tutto opposta, avevano stabilito una «strada sotterranea», vale a dire una serie di depositi clandestini sotto terra o dentro i boschi, scaglionati fra Gondar e Metammeh: i convogli di schiavi erano di giorno accuratamente chiusi, e solo di notte passavano da un deposito all’altro(338).
Il centro naturale dell’Etiopia, che fu eziandio in diversi tempi sede dell’impero, è il fertile bacino il cui avvallamento mediano è occupato dalle acque del lago Tana. L’altezza media di questa regione favorita è un po’ superiore a 2000 metri; è la zona del voina-dega, che corrisponde alla zona temperata dell’Europa, ma offre una temperatura più costante e una vegetazione più ubertosa; sotto questo fortunato clima, le campagne danno i raccolti più copiosi e più svariati dell’Etiopia; colà si sono edificate le più popolose città, per altro ben rare in questo paese feudale ove la famiglia aristocratica è saldamente costituita. Un altro gran vantaggio della contrada è una relativa facilità di accedervi. Da Chartum al lago Tana la strada diretta s’innalza gradatamente senza bisogno di valicare altra cresta scoscesa che quella di Walidabba, a maestro del gran lago; ma sarebbe difficile seguire la strada tracciata dalle gole del Nilo Azzurro, immenso semicerchio descritto dal fiume fuori dell’Abissinia, nel paese degli Ilm-Orma e dei Berta.
GONDAR. — IL GIMP. Disegno di Slom, da uno schizzo di Th. Heuglin. [vedi figura 265.png]
Una delle città del bacino centrale dell’Etiopia è Gondar, o meglio Guendar, che s’indica ordinariamente come capitale del regno, benchè non ne sia che la metropoli religiosa.
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