Un’altra isola sacra del lago Tana, Matraha, sta assai vicino alla costa a greco, e presenta un quadro de’ più graziosi, veduta a traverso i rami degli alberi da cui dondolano i nidi del textor alecto. Ma la santità dell’isola non trattenne Teodoro: egli ne rinchiuse tutti gli abitanti in un monastero e poi lo diede in preda alle fiamme. A libeccio del lago Tana, sopra uno dei suoi affluenti, vi è Ismala, capoluogo dell’Asciafer, che ha sorgenti termali e minerali molto frequentate(348).
Fuor del bacino del lago Tana, le città etiopiche che appartengono ai versanti dell’Abai o Nilo Azzurro sono per la maggior parte situate sugli altipiani o nelle larghe pianure coperte di erbe, che fiancheggiano la riva destra del fiume e sono percorse da armenti di grosso bestiame e di cavalli. Mota, che si trova sopra un’altura, all’estremità degli altipiani che costeggiano la falda settentrionale dei monti di Talba Waha, è uno dei mercati più considerevoli del «regno» del Gogiam; le sue case, costruite regolarmente, sono come quelle di Mahdera-Mariam, circondate d’alberi sempreverdi; un gran parco, con lunghi viali simmetrici, cinge la chiesa; al di sotto della spianata di Mota veggonsi i resti di un ponte sull’Abai, presso al quale il viaggiatore francese Petit fu divorato da un coccodrillo; dei nove archi, quello del centro, che stava appunto sul fiume, largo circa 20 metri, è stato rotto; ma i mercanti tendono delle corde da un pilastro all’altro e trovano modo di passare, essi e le loro mercanzie, su questa altalena provvisoria(349). Più a mezzogiorno il villaggio di Karaneo ed alcuni casali vicini sono popolati di Francis o Franchi, cioè di discendenti dei soldati portoghesi venuti nel sedicesimo secolo con Cristoforo di Gama.
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