Ma nel Simen le città principali di questa provincia montuosa, Inciatkab, capitale, Faras-Saber e Dobarik, vicino al passo di Lamalmon, sono state frequentemente visitate, essendo situate sulla via da Gondar a Massaua pel Tigrè. Dobarik è il luogo dove il re Teodoro fece a sangue freddo scannare 2000 individui per vendicare la morte de’ suoi due favoriti inglesi, Bell e Plowden. A settentrione di Simen sono sparsi i villaggi della provincia di Waldebba, proprietà personale dell’esciaghè, e popolata in gran parte di monaci. Waldebba è una delle terre sante dell’Etiopia.
Ad oriente del Takkazè, non lungi dagli occhi o sorgenti di questo fiume, un’altra regione sacra è quella di Lalibala. La città è posta sopra un’alta spianata basaltica, contrafforte della montagna d’Asceten, che aderge a scirocco le sue pendici boscose: sette prominenze del suolo permettono ai preti di Lalibala di dire che la loro città, come Roma e Bisanzio, è edificata sopra sette colli; come Gerusalemme ha il suo Monte degli Olivi, e vi si vedono alberi dagli enormi tronchi, i cui germogli furono portati molti secoli fa dalla città santa: la città e le chiese sono circondate da alberi, che contribuiscono, colla perpetua primavera di questa temperata regione, a farne un delizioso soggiorno. Nondimeno Lalibala è molto scarsamente popolata; le vetuste costruzioni si confondono colle rupi, e le gallerie sotterranee non adducono più a nessuna meta; la popolazione si compone quasi unicamente di preti, di monaci e de’ loro servi.
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