A piccola distanza da Adua veggonsi le rovine di Fremona, seminario dei Gesuiti espulsi dall’Abissinia nel decimosettimo secolo: le reliquie del convento sono scansate dai contadini, i quali veggono in essi la dimora degli spiriti maligni. Presso alla città il principe Kassai vinse la battaglia che lo fece imperatore attuale dell’Etiopia.
Adua è erede di una città che fu sede d’un impero d’Etiopia che si estendeva dalle rive del Nilo al capo Guardafui. Aksum decaduta conserva almeno il suo grado come città santa e città dell’incoronazione, ed i fuggitivi vi trovano un asilo più rispettato di quello della maggior parte dei conventi; ottocento preti e centinaia di fanciulli che diverranno preti alla lor volta vivono nei monasteri. Aksum, l’Akesemè degli Etiopi, situata ad un venti chilometri da Adua ed a 300 metri più insù, è un complesso di giardini e di boschetti, ciascuno de’ quali ha la sua casetta o la sua chiesa, e che rivestono della loro rigogliosa verzura il pendio di un colle: al di là fosche pareti basaltiche fanno da cornice al grazioso quadro. Secondo la tradizione etiopica Aksum era stata fondata da Abramo: un dignitario della chiesa, appena inferiore di grado all’esciaghè ed all’abuna, pretende di conservare colà le tavole della legge e l’arca santa degli Ebrei portatevi da Gerusalemme da Menelik figlio di Salomone e della regina di
N. 48. — ADUA E AKSUM [vedi 048.png]
Saba(362). Ma Aksum ha vere antichità, che gli abitanti custodiscono con gelosa cura. Uno stelo porta un’iscrizione greca, ora quasi illeggibile, che glorificava le vittime di un certo re Aizanas, «figlio dell’invincibile Ares». Chi è cotesto Aizanas?
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