La nuova città di Makalè, edificata dal negù attuale, s’innalza proprio sulla cresta della catena d’Etiopia, e serve talvolta per capitale temporanea al regno come Debra-Tabor, Adua, Magdala; un ingegnere italiano vi costruì un palazzo all’europea(367). Da questo elevato osservatorio, il re Giovanni vede ai suoi piedi una gran parte della regione, ancora non sommessa, dei Danakil. Nondimeno egli ha fatto pure qualche conquista in cotesta bassa regione, e su di una delle quattro spianate, che scendono verso la pianura come giganteschi scaglioni, ha fondato il mercato di Seket, frequentatissimo dai compratori di sale(368).
N. 50. — VALLE DI KUMAILI [vedi 050.png]
A settentrione di Antalo e di Cialikut alcuni villaggi commerciali si succedono a lunghi intervalli, parallelamente alla cresta littoranea dell’Etiopia, sulla via maestra che unisce le terre alte ai porti di Zulla e di Massaua. Alcune di coteste miserabili agglomerazioni di capanne hanno acquistato una certa rinomanza nella storia delle esplorazioni abissine, come luoghi di accampamento e di studio pei viaggiatori europei. Uno dei più popolosi villaggi è Haussen, sopra un altipiano squarciato da profondi burroni; più lungi è Addigrat (Add’Igrat) o Attegra, a 2400 metri, in una valle fertile, dominata ad occidente e a libeccio da vette che si adergono a 1000 metri più alto; verso occidente sovra un amba cretaceo, di cui non si può scalare la vetta estrema, alta 30 metri, se non per mezzo di corde, sorge il monastero di Debra-Damo, uno dei più celebri di Etiopia: al menomo indizio di guerra gli abitanti dei dintorni vengono a deporvi le loro ricchezze.
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