Nessuna regione dell’Etiopia è tagliata in modo così riciso dai fiumi in frammenti prismatici. Da alcune prominenze dell’altipiano, la contrada apparisce in lontananza come una vasta campagna quasi piana, ove le valli sono appena indicate da una interruzione della verdura; ma chi si approssima alle fenditure, vedrà il suolo aprirsi ad enormi profondità: una di queste fosse, ad una sessantina di chilometri a maestro d’Ankober, ha più di 1250 metri di profondità fra gli orli dell’altipiano, distanti solo di un sei in settecento metri. Alcuni abissi profondi s’aprono fra le roccie; tale è, presso l’antica capitale dello Scioa, il Tegulet-Wat o «abisso del Tegulet,» squarcio di circa 180 metri di lunghezza sopra una larghezza di men di un metro, nel quale si possono gettar pietre senza che il suono della caduta salga fino alla superficie. I fiumi, che nascono sul versante orientale dell’Amba-Sciakka e che hanno a discendere di circa 2000 metri fino al Nilo azzurro, s’inabissano in queste forre mercè cascate a scaglioni e mercè correnti rapide di grandioso aspetto(389).
Ad oriente della catena principale, alcuni gruppi di colline a forme arrotondate rafforzano la base dell’Amba-Sciakka, ed alcune catene parallele, come l’Argobba, si prolungano a piccola distanza; ma al di là delle loro vette si scorge la pianura ondulata che si prolunga in lontananza verso il golfo d’Aden, irta qua e là di coni vulcanici, donde si sono riversati immensi strati di lave. Uno dei crateri spenti, presso la riva destra dell’Auash, a greco d’Ankober, è una voragine che ha molti chilometri di circuito.
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