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      GIOVINETTA SOMALI. Da una fotografia di M. Révol. [vedi figura 320.png]
     
      Nello spazio triangolare compreso tra la catena etiopica, il Mar Rosso e il corso dell’Auash, il grosso degli abitanti, nomadi o sedentari costituisce la nazione degli Afar o Afer, vale a dire degli «Erranti», indicati più comunemente dagli Europei sotto il nome di Danakil; nelle vicinanze dell’Auash sono chiamati ordinariamente Adel o Adail, dalla tribù degli Ad-Ali, una delle più potenti; ma da una tribù all’altra le differenze di costumi, di usanze, di dialetti sono poco considerevoli, e si spiegano col passaggio più o meno frequente di stranieri sulle vie delle carovane. I Danakil amano chiamarsi essi stessi arabi, come tante altre genti dell’Africa orientale, e questa pretesa si può spiegare cogl’incrociamenti locali, come pure colla conversione nominale degli Afar all’islamismo; ma non è punto dubbio che l’insieme della nazione si collega ai Galla dell’occidente, agli Scioho del settentrione, ai Somali del mezzodì; essi parlano egualmente una lingua d’origine camitica e presentano un tipo fisico simigliante. Quasi tutti sono ancora pagani; nell’arida regione del lago Alalbed adorano un albero solitario, una cesalpinia dalla bella fioritura rosea; altrove portano le loro offerte ad un sicomoro. In generale sono uomini di bella persona e molto snelli, e come danzatori hanno una singolare eleganza; le donne, il cui viso non è mai velato, hanno forme ammirabili nella loro breve giovinezza; ma la loro vita travagliata in questo paese di lave e di sabbie, sotto il clima più ardente della terra, presto le fa appassire.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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