Vestiti più scarsamente degli Abissini e dei Galla, i Danakil portano solo un mantello di stoffa a molti colori, ed una toga o sciamma, surrogata spesso da una pelle d’animale gittata negligentemente sulle spalle; gli uomini conficcano una penna d’istrice nella zazzera accuratamente intrecciata; come i Galla sono superbi quando la possono adornare di una penna di struzzo, testimonianza dell’uccisione di un nemico. Nella regione settentrionale, le capanne degli Afar sono ornate con molto gusto: il suolo è coperto di stuoie a fondo giallo, trapunte di disegni rossi e violacei(410).
Gli Afar sono un popolo indipendente. Divisi in due gruppi principali, gli Asahian o Assaimarà, e gli Adohian o Adoimarà, ed in numerose tribù o (kabail) kabilet, centocinquanta e forse più, che si collegano o si distaccano secondo i loro interessi, riconoscono capi ereditari, chiamati sultani o ras, secondo l’importanza della tribù; ma questi capi non sono affatto sovrani: sono gli esecutori della volontà di tutti, espressa a maggioranza di voti nelle assemblee generali. Contro il nemico si riuniscono tutti e combattono ferocemente per conservare la loro libertà. La tribù più potente è quella dei Modaito, che possiede tutta la regione del basso Auash, il lago Aussa ed i pascoli interni fra Edd e Raheita. Nessun Europeo ha traversato il loro territorio senza aver reclamato la qualità di ospite o aver domandato la fratellanza del sangue; i due nuovi fratelli scannano un bue, il cui sangue si versano sulla fronte e dalla cui pelle tagliano alcune striscie per farsene collane e braccialetti(411). Verso il 1840 gli Arabi di Zeila, rafforzati da immigranti del Yemen e da mercenari persiani o balusci, si avanzarono nel paese dei Danakil fin nelle vicinanze d’Aussa, ma non uno degli assalitori tornò indietro.
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