Nella parte settentrionale del de-serto la tribù dei Taltal, che secondo Rüppel somiglia molto agli Abissini pei lineamenti del volto, attende specialmente a trar profitto dal lago salato di Alalbed, e vende agli Etiopi dell’altipiano le tavolette tagliate nelle lastre saline. I Taora e i Saorta, che dimorano a mezzodì della baia d’Aduli e nella penisola di Buri, sono pure Afar, modificati dalla mescolanza cogli Abissini, e parlano il dialetto del Tigrè, copiosamente misto di voci arabe(413); secondo Rohlfs le donne dei Taora e dei Saorta pare siano rispetto agli uomini di una straordinaria piccolezza di statura. I Danakil del settentrione hanno per capi o redanto alcuni maghi che sono in comunicazione col mondo degli spiriti e conoscono la stella protettrice di ciascun uomo. La dignità di redanto è ereditaria, ma a condizione che il figlio sia senza difetti fisici o morali; egli non potrebbe conversare cogli spiriti se non fosse sano di corpo e di mente(414). Sulle coste del Mar Rosso alcune famiglie d’Afar vivono di pesca, e si arrischiano ben lungi nel mare sopra battelli che s’ergono in punta a prua ed a poppa, e la cui gran vela quadra si compone di stuoie. Un tempo queste barche erano molto temute dai navigatori del Mar Rosso: i Danakil, arditi sull’acqua come sulla terraferma, assalivano spesso e catturavano grandi navigli mercantili; ma hanno dovuto abbandonare il lor mestiere di pirati dacchè le cannoniere a vapore possono inseguirli nei piccoli seni del littorale e nel labirinto delle isole coralligene.
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