Comunque sia, i «Figli degli uomini», che alcuni autori reputarono Semiti, perfino Ariani, sono Nigrizi che si collegano per insensibili transizioni ai popoli del centro dell’Africa: essi somigliano sotto molti aspetti ai loro vicini del settentrione e dell’oriente, gli Agaù, e a quelli dell’oriente, i Somali, che sono al tempo stesso i loro irreconciliabili nemici. Gli uni e gli altri parlano dialetti della stessa famiglia, classificata provvisoriamente sotto il nome di «camitica». Secondo Krapf, tutti i Galla, così quelli che vivono in vicinanza dell’equatore come gli Oromo dell’Etiopia, hanno idiomi tanto simili fra loro da potersi scambievolmente comprendere; i vari linguaggi si possono ridurre a cinque, che tutti presentano una lontana somiglianza cogli idiomi semitici, non pei vocaboli, ma per la forma delle frasi, il che indica una medesima disposizione di mente. Il sig. Antonio d’Abbadie ha notata la coincidenza di un grandissimo numero di radicali e di tratti grammaticali tra il galla e la lingua basca(422). I Galla pare abbiano come gli Ottentotti suoni «scoppiettanti», come uno schioccare di frusta; ma questa osservazione di Bleek non è confermata dai viaggiatori. Ignari della scrittura, gli Oromo non hanno libri, tranne le Bibbie recate dai missionari, e che formano, con alcune raccolte di vocaboli e colla grammatica di Tutschek, tutta la letteratura galla(423). Nel paese degli Ilm-Orma vivono altresì popoli d’altra origine, che parlano un idioma diverso, non ancora raccolto dai missionari: sono evidentemente gli avanzi di popolazioni vinte, che formano nella massa soverchiante della nazione galla come tante isolette etnologiche.
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