ANKORER. — VEDUTA GENERALE. Disegno di Slom, da una fotografia dei signori P. Soleillet e L. Chefneux. [vedi figura 335.png]
La strada più frequentata tra Ankober e le rive del mare delle Indie, è adesso quella che mette capo al porto di Zeila, passando per il principato di Harar. Dalle alture dello Scioa, essa discende dapprima alla borgata di Aliù-Amba, popolata come un vicino villaggio, Abderasul, da mercanti, negrieri ed altri, da albergatori, da mulattieri di ogni razza e di ogni lingua, ma quasi tutti zelanti musulmani(447). Dopo di aver pagati i diritti di dogana, i mercanti giungono a Farrè o Farri, ultimo villaggio della provincia di Efat, fabbricato a 1372 metri, sopra un’altura avanzata, poi camminando attorno ai crateri ed ai campi di lava, essi arrivano all’Auach che attraversano per entrare nella grande pianura di Mullu. Al di là, le carovane debbono attraversare le colline di un ampio spartiacque, che appartiene al paese degli Itù, per ridiscendere nella pianura dell’Harar. Ad una quarantina di chilometri all’ovest di quella città, si oltrepassa il piccolo lago di Haramoya, presso il quale fu assassinato nel 1881 il viaggiatore francese Lucereau(448).
N. 58. — HARAR. [vedi 058.png]
La città, chiamata anche Hararghè dagli Abissini, Adar o Adari dai Somali, Herer dagli Egiziani, secondo i computi dei viaggiatori, giace esattamente a mezza via da Ankober e da Zeila, ossia a 280 chilometri dall’uno e dall’altro; la sua altitudine media è di 1700 metri: godendo di un clima relativamente temperato, da 12 a 15 gradi centigradi, essa ha campi fertili, boschetti di alberi vari, acque correnti tra rive fiorite.
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