Così, un giorno, fondossi, sotto l’influenza della dominazione egiziana, il regno di Meroe, il quale comprendeva non solamente «l’isola» limitata dall’Astapus e dall’Astabora, ma anche i vicini paesi. Dopo la venuta dell’Islam, sviluppossi il regno di Senar, che anch’esso oltrepassava i confini della sua «isola» o penisola tra il fiume Bianco ed il fiume Azzurro. Ma la posizione dell’alta Nubia tra gli altipiani dell’Etiopia e le rive del Nilo appartenenti all’Egitto ne fa un campo chiuso naturale per i sovrani dei due paesi. Da più di un mezzo secolo, gli Egiziani invasero la zona intermedia; e, malgrado i loro disastrosi conflitti cogli Abissini, si potè credere avessero definitivamente conquistato il Sudan. Una formidabile rivolta, dovuta alle loro vessazioni, lasciò loro soltanto un piccolo novero di piazze nel paese annesso pur dianzi ai loro vasti domini, e sono ora gli Inglesi che li sostituiscono per occupare i punti del litorale dai quali, colla costruzione di strade, potrebbero un giorno procedere pacificamente alla riconquista del territorio. In forza di proclami ufficiali indirizzati a tutti gli abitanti del paese dal governatore generale Gordon «a nome del Chedive l’altissimo e della Gran Bretagna onnipossente» il Sudan dovrà «godere d’ora innanzi della sua piena indipendenza, e regolare i propri affari senza alcuna intromissione di governi stranieri»(481).
Attualmente la forza strategica degli Stati musulmani che si son costituiti in questa regione del Sudan orientale è tutta nella mancanza di vie accessibili.
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