Nelle foreste delle prealpi, come in mezzo alle alte erbe della savana, che s’innalzano in certi luoghi a 4 o 5 metri di altezza, dopo la stagione delle pioggie, vivono grandi animali, scimmie, leoni, leopardi, giraffe, bufali, rinoceronti, elefanti; nomadi la più parte, gli enormi pachidermi percorrono da una stagione all’altra regioni di più centinaia di chilometri in tutti i sensi. I cacciatori delle tribù degli Amran, nel Taca, come i Somali Gadibursi dell’altro versante dei monti etiopici, dànno la caccia a quelle enormi bestie nel modo più ardito. Cavalcando destrieri rapidi, corrono incontro all’elefante, senza lasciarsi cogliere, poi, d’un subito, fanno voltafaccia e, lanciandosi a terra dietro l’animale, gli troncano i muscoli di un garretto. L’elefante si dibatte sul luogo, ed il suo avversario può scegliere il momento per dargli il
FORESTA VERGINE DEL FAZOGL. Disegno di Girardet, secondo il signor H. Trémaux. [vedi figura 369.png]
secondo colpo, soventi volte mortale(492). Dal 1859 in poi i cacciatori, italiani e tedeschi la maggior parte, visitano regolarmente il Taca e le limitrofe provincie, non solamente onde procurarsi avorio consistente di solito in denti molto più piccoli di quelli degli elefanti dell’Africa centrale(493), ma anche per catturarvi bestie feroci che vendono in seguito ai serragli. Uno di questi cacciatori ha condotto nel porto di Amburgo 33 giraffe, 10 elefanti, 8 rinoceronti, 4 leoni, e molti altri animali di minor valore. Durante il lungo assedio che la guarnigione egiziana ebbe a sostenere in Kassala, i serragli di bestie feroci costituirono in gran parte il suo approvigionamento.
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