Però è positivo che certi montanari Barea sono realmente di crudeli costumi. In qualche distretto il giovane non può ammogliarsi se non ha tagliato una testa di uomo o di donna, in combattimenti o per sorpresa(523).
Per quanto temuti essi siano dai loro vicini, i due popoli non hanno alcun governo; si dividono in tanti gruppi indipendenti per quante divisioni naturali offre il paese. La loro straordinaria forza di resistenza che li ha protetti per tanti secoli, proviene dal loro spirito di solidarietà; da comune a comune si considerano tutti come fratelli. Ma non hanno superiori. Sovratutto presso i Bazen, i quali furono meno dei Barea guastati dalla ingerenza degli stranieri, il sentimento di eguaglianza è il tratto dominante; a questo riguardo essi nel mondo non sono forse sorpassati da alcuna altra nazione. Il nome di Barea, che gli Etiopi hanno dato ai due gruppi dei Nerè e dei Mogoreb, significava primitivamente schiavo, eppure questo appellativo ingiurioso fu tranquillamente ed anche fieramente accettato: Bazen e Barea si considerano come servitori della comunità, e nessuno di essi aspira al titolo di padrone. Nei comuni nessuno esercita le funzioni di capo: potere legislativo e potere esecutivo appartengono egualmente all’assemblea degli abitanti, qualunque sia la loro origine; appena vi ha preso domicilio, anche lo straniero è eguale agli indigeni. I vecchi sono ascoltati con gran deferenza, e generalmente il loro avviso prevale. Le esplosioni di collera, le interruzioni violente, le apostrofi dirette sono ignote in quelle riunioni comunali; non vi si ricambiano che discorsi cortesi; la deliberazione è breve, e, quando una determinazione è presa, l’azione segue la parola.
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