Fra le tribù veramente arabe del Sudan, il missionario Beltrame cita i pastori Zabalat, il «Pugno d’uomini», o Abu-Gierid, «Padri delle Palme», che vivono fra il Dender ed il Fiume Azzurro, a monte del Senâr: essi sarebbero venuti dall’Yemen prima della conversione dei loro fratelli all’Islam, poichè non sono maomettani ed il loro culto non ha conservato traccia di pratiche musulmane: essi sono adoratori del fuoco, come lo erano prima di Maometto numerose tribù dell’Arabia meridionale, come lo erano anche i Blemmi, i quali, secondo Procopio, sacrificavano uomini al sole. La loro tinta è più chiara di quella delle popolazioni vicine e tende al rosso; seguendo Lejean, avrebbero gli occhi turchini ed i capelli biondi e lisci; la gomma distillata dalle acacie sunt entra per una gran parte nel loro abituale nutrimento. Essi conservano con cura gelosa la purezza della propria razza; giammai, dicono, uno dei loro ha sposato una fanciulla di tribù straniera; essi non tollerano la schiavitù perchè l’introduzione di servi e serve nella loro famiglia avrebbe il risultato fatale di contaminare il loro sangue. «Razza eletta», essi hanno per dovere essenziale di mantenere la loro indipendenza e di vivere in pace; gli è per questo che i loro antenati si sono allontanati dal mondo ed essi stessi cercano di vivere isolati, difesi dalle tribù saccheggiatrici, da zone deserte. Essi riconoscono l’esistenza di un solo dio, manifestantesi per mezzo degli astri, del sole e del fuoco: pregano guardando le stelle, volgendosi verso il sole quando si leva o tramonta, oppure accendendo un gran fuoco e contemplando le lingue di fiamme che turbinano al vento.
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