BEGIA SCIUCURIEH. Disegno di Ronjat, da una fotografia del signor R. Buchta. [vedi figura 393.png]
relativamente alla corporatura. I viaggiatori sono colpiti dalla rassomiglianza del tipo fra i Begia, gli Afar, gli Ilm-Orma ed anche i Bantu dell’Africa meridionale. Malgrado la loro pretesa al titolo di arabe, molte tribù begia hanno conservato l’usanza delle popolazioni negre quanto agli intagli cicatrizzati ed al vestito; i loro guerrieri non hanno del tutto abbandonato l’uso del gonnellino di maglia, ed alcune tribù hanno tuttora armi primitive, fra le altre il bastone, semplice o ferrato. Il maggior numero dei Begia porta capigliatura molto folta per proteggersi così dal sole; all’altezza degli occhi tracciano una riga circolare al disopra della quale i capelli si levano diritti in una enorme spazzola; da ambo le parti e di dietro i ciuffi distinti formano criniera, proteggendo le orecchie e la nuca; una grattugia, di solito una freccia di porco-spino, è piantata trasversalmente nella nera criniera, spesso imbevuta di burro.
Si dice che la più parte dei Begia, di una intelligenza molto vivace nei loro primi anni, perdano molto dopo la pubertà: sarebbero meschini nelle loro idee, testardi, spacconi, grossolani, poco rispettosi per i loro parenti, incuranti del benessere e della sicurezza dei loro ospiti. Essi si danno quasi esclusivamente all’allevamento del bestiame, e lo seguono di pascolo in pascolo, quantunque uno degli accampamenti, la tsaga, sia considerata come residenza ufficiale.
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