Però in basso il villaggio di Carcogi, circondato da alcuni grandi alberi che contrastano colla nudità dei terreni all’ingiro, ha preso attualmente una certa importanza come mercato di gomma, e centro di convergenza di varie strade di carovane provenienti dal Gedaref, dal Galabat e dall’Etiopia; ha ereditato una parte del commercio che un tempo si faceva nella città di Senâr, posta a un centinaio di chilometri in basso sulla riva destra. Questa antica capitale del regno dei Fungi, costruita al principio del quindicesimo secolo, ha molto perduto da dopo che la sede del governo fu trasportata a Chartum: ammassi di ruderi e spazi deserti separano i gruppi di capanne; di ciò che fu il palazzo non si vedono che avanzi di muraglie, ma Senâr possiede ancora una moschea. È in questa città che Du Roule, ambasciatore francese di Luigi XIV, fu assassinato nel 1705, prima ancora di entrare negli Stati del sovrano presso il quale era accreditato; lo si sospettava, dice la tradizione araba, di voler aiutare gli Abissini a realizzare finalmente la minaccia, fatta così sovente, di deviare cioè le acque del Nilo per rigettarle al sud, lungi dalla Nubia e dell’Egitto(540). Gli abitanti non hanno molte industrie, quando se ne tolga la fabbricazione di stuoie di paglia di un elegante disegno. Alcune strade battute dalle carovane si dirigono al sud-ovest verso il fiume Bianco per attraversarlo all’uno o all’altro dei due mokadat, o guadi, che formano banchi di conchiglie(541): il guado di Abu-Zaid e quello di Kelb, o del «Cane». Attraverso a Senâr, la penisola mesopotamica, che gli Arabi chiamano «isola di Senâr», ha solamente un centinaio di chilometri di larghezza.
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