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      Pur tuttavia nessuna
     
     
      PIRAMIDI DI MEROE, GRUPPO DEL SUD. Disegno di P. Benoist, da una fotografia di R. Buchta. [vedi figura 409.png]
     
      delle piramidi è intatta; la maggior parte di esse venne manomessa dai cercatori di tesori, ed è a gran pena che Lepsius, accompagnando una spedizione militare, impedì la distruzione metodica di tutti i monumenti di Meroe. Per la loro dimensione, le piramidi etiopiche non sono da paragonarsi a quelle dell’Egitto; le più grandi hanno meno di 20 metri di lato; molte non oltrepassano 4 metri d’altezza. Le numerose iscrizioni raccolte a Meroe, hanno concesso di trovare i nomi di una trentina di sovrani ad un tempo re e gran sacerdoti; inoltre vi è identificato il nome della città stessa, Merù o Merua. All’epoca nella quale venivano costruiti quegli edifici, i geroglifici erano una scrittura antiquata, della quale non si capiva più il senso esatto, e che si riproducevano per imitazione, ma lasciando nella copia molti errori che ne rendono oggidì la lettura difficile e dubbia. La più parte delle iscrizioni sono in scrittura etiopica demotica, che è derivata da quella degli Egiziani, ma non possiede che una trentina di caratteri; in quelle iscrizioni, non ancora completamente decifrate, si cerca di rintracciare l’antica lingua dei Blemmi, antenati dei Begia. Di faccia a Meroe, sulla riva occidentale del Nilo, pare si stendesse il cimitero pubblico della gran città; spazi considerevoli sono occupati da piccole piramidi, imitazione in miniatura di quelle dei grandi personaggi sepolti sulla riva destra del fiume.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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