Presentemente, il Galabat è diventato un principato indipendente che non paga più tributo nè all’Egitto, nè all’Etiopia.
Doka, sulla strada da Metammeh ad Abû-Ahraz, al confluente del Rahad col Nilo Azzurro, è un avamposto commerciale del Galabat. Ma in questa regione della pianura, il principale mercato, se non permanente, almeno temporario, è il sûk Abû-Sin, o «mercato del Padre Sin», chiamato anche Gedaref, come la provincia nella quale si trova. Durante la stagione delle pioggie, il sûk Abû-Sin non è visitato che dai nomadi delle vicinanze; ma appena il kharif è terminato, e l’Atbara e gli altri fiumi della pianura si possono attraversare a guado, ed i mercanti non hanno più a temere per sè e più pei cammelli e i loro bestiami le punture della mosca velenosa, le carovane giungono da ogni parte e persino 15,000 individui si trovano riuniti sul campo della fiera. Prima della guerra, la gomma, la cera, il sale, i cereali, i bestiami erano i principali articoli di commercio sul mercato di Abû-Sin, e mercanti greci si frammischiavano alla folla degli Arabi e dei Begia. Tomat, al confluente del Settit e dell’Atbara, è anch’esso un borgo dove si fa qualche scambio; Ges-Regieb, sulla riva sinistra dell’Atbara, sta sulla strada delle carovane fra Scendi ed il porto di Massaua. Certe rovine, delle quali fa menzione Burckhardt, ricordano che i mercanti egiziani passavano essi pure di lì per recarsi da Meroe alla spiaggia di Aduli.
Presentemente la città più importante del paese è Kassala-el-Luz, capitale della provincia di Taca e, dal 1840, fortezza principale di tutta la regione compresa fra il Nilo ed il mar Rosso; è anche chiamata Gach dagli indigeni, come il corso d’acqua della quale sta sulla riva.
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