Sotto la direzione dell’europeo Werne, che prestossi a quell’opera iniqua, una diga lunga 1613 metri, sbarra infatti il corso del Gach e lo fa rifluire nelle steppe occidentali; ma gli Hadendoa, comprendendo che ne andava della vita, attaccarono la diga con tanto accanimento, malgrado i soldati che la difendevano, da aprirvi ben presto una breccia, e far sì che l’acqua rientrasse nel suo solito letto(552). Prima della sollevazione delle tribù obbedienti al Mahdi, Kassala aveva acquistato una grande importanza come piazza di transito per la spedizione dei cotoni, e si vede ancora una vasta officina per isgranare, dove centinaia di operai erano secondati da una macchina a vapore; Kassala preparava pure cuoi, e fabbricava stuoie e saponi. Un primo tentativo fatto nel 1865 dal governo egiziano per far comunicare Kassala con Berber, Suakin, Massaua con linee telegrafiche, non riuscì; si perdettero più di 8000 cammelli in quell’impresa; nel 1871, un nuovo tentativo fu più fortunato e si costrusse finalmente tutta una rete di telegrafi, le cui stazioni servono nel tempo stesso di caravanserragli ai viaggiatori(553). Da Kassala a Massaua si contano sedici giornate di marcia per la via che seguiva, nel paese dei Bogos, il telegrafo ora distrutto. Si scavarono pozzi accanto ad ogni stazione fra Kassala ed Abû-Ahraz(554).
Nelle vicinanze di Kassala si trovano alcuni villaggi abitati dalle popolazioni sedentarie degli Hallenga, degli Hadendoa o dei Bazen, e, durante la stagione della siccità, gli accampamenti provvisori si stabiliscono nel letto asciutto del Gach.
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