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      Così chiamata dalle popolazioni barabra che abitano quelle regioni della Nubia, Berbera è ufficialmente chiamata coll’appellativo di el Mekheir, el Mukheiref o el Mescerif. Prima della guerra attuale, durante la quale Berbera fu pressochè intieramente distrutta, la città si prolungava in riva al fiume per uno spazio di più
     
      N. 74. — BERBERA. [vedi 074.png]
     
      chilometri, innalzando le sue case bianche a terrazze fra boschetti di acacie e di palme. Alcuni giardini circondano la città, ma immediatamente al di là incominciano gli spazi incolti, pressochè deserti, visitati soltanto dai Bisciarini nomadi. Gli è da Berbera che parte, avendo pozzi come luoghi di tappa, la strada delle carovane più frequentata fra il Nilo mediano ed il mar Rosso; in questo luogo, la distanza che separa il fiume ed il mare, è per la via tortuosa del deserto di 420 chilometri solamente. Ben provvisti di viveri ed acqua, i viaggiatori possono percorrere facilmente cotesto spazio in meno di una settimana, quantunque d’ordinario vi impieghino quindici giorni; tosto o tardi basterà qualche ora, grazie ad una ferrovia, già intrapresa d’altronde, poichè i treni vanno e vengono per uno spazio di qualche chilometro fra Suakin e il piccolo porto di Andub, situato al sud, sulla strada di Tokar; Berbera diventerà il porto di spedizione per tutto il commercio dell’alto Sudan; il Nilo sarà l’affluente commerciale del mar Rosso. Le due strade di carovane che congiungono Berbera a Suakin, traversano vaste distese sabbiose, dove non si trovano che pozzi di acqua salmastra, poi danno la scalata alle alture di granito e di porfido; il colle di Haratri, spartiacque tra il bacino del Nilo e quello del mar Rosso(558), è a un dipresso a 900 metri di altitudine, fra monti che si ergono due volte più alti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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