Per la inclinazione generale del suolo, il Cordofan appartiene al bacino niliaco; se le pioggie fossero state abbastanza abbondanti, i kheràn, che inaridiscono allo sbocco delle valli rocciose, scenderebbero sino al Nilo Bianco; anche le acque che scolano sul versante occidentale del paese trovano temporaneamente la loro strada verso il Nilo, da una parte per il Keilak e il Bar-el-Ghazal, dall’altra per l’Uadi-Melek. Del resto, il livello del suolo, che varia da 400 a 500 metri di altitudine media, si muta assai debolmente in una gran parte del paese: in molti luoghi le acque di scolo avrebbero a incamminarsi incerte, prima di scavarsi un letto regolare nella direzione del Nilo. In pressochè tutta la sua superficie il Cordofan è una steppa lievemente ondulata nella quale collinette alte qualche metro, servono di punti di mira durante le lunghe ore di marcia; sarebbe facile farvi passare i carri, e sostituire con un servizio di vetture il trasporto sul dorso dei cammelli(565). Alcuni picchi isolati mostransi nel mezzo della pianura, superbi all’aspetto, grazie alla uniformità generale degli spazi che dominano; uno di essi, il Giebel-Cordofan (850 metri), che ha dato il suo nome al paese, s’erge ad una ventina di chilometri all’est della capitale, El-Obeid; ivi presso s’eleva la piramide quasi regolare del Giebel-el-Ain. Gli strati superficiali del suolo si compongono quasi dappertutto di sabbia granitica, detriti decomposti di montagne che contengono in abbondanza parcelle di mica e che si mescolano ad argille impure; a una profondità variabile dai 30 ai 50 metri, si trovano roccie di micascisto.
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