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      Tuttavia questi hanno presso che spopolate di struzzi le pianure orientali del paese(568): non si incontrano più questi uccelli a stormi che all’ovest delle montagne di Kagia e sui confini del For. Le steppe del Cordofan converrebbero mirabilmente all’allevamento dello struzzo; ma attualmente questo uccello non viene addomesticato in nessun recinto, ed ogni anno i cacciatori si affaticano coi loro eccidi a diminuirne il numero. Gli ibi sono molto comuni nel Cordofan; si trovano persino cinquanta nidi su di un albero; come la cicogna, quest’uccello è sacro, e gli indigeni non tollerano che gli stranieri lo uccidano(569). Gli abitanti del Cordofan hanno alcuni animali domestici, cavalli, asini, capre, pecore; ma le bestie da soma appartengono per ogni dove alle tribù erranti. A sud i Baggara possiedono almeno centomila buoi gibbosi, abituati a portare grossi pesi, ma affatto inutili per il lavoro; le vacche forniscono ben poco latte. La scarsità dell’acqua nella pianura ha cambiato le abitudini del bestiame nel Cordofan; gli animali non visitano l’abbeveratojo che una volta ogni due o tre giorni. I cammelli non prosperano che nel Cordofan settentrionale, presso i nomadi Cababich; al sud del tredicesimo grado di latitudine, deperiscono, molestati da sciami di mosche e di tafani.
     
      Il Cordofan centrale, nelle vicinanze di El-Obeid, è uno dei paesi dell’Africa orientale dove la popolazione è relativamente fitta; in un circolo di un centinaio di chilometri di raggio intorno alla capitale, i villaggi distano in media 4 o 5 chilometri soltanto gli uni dagli altri.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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