Ciascun tokul, o capanna di stoppia, a pareti circolari ed a tetto conico, è circondata da una siepe di spini, e spesso il villaggio intiero ha una cinta della stessa natura. I residenti di quei gruppi permanenti di abitazioni sono di razza molto mista, e non vi si può facilmente riconoscere il tipo originario. Fondate come stazioni di commercio sulle vie che adducono dal Nilo ai paesi dell’Africa centrale, le città del Cordofan sono luoghi di richiamo per i mercanti, i quali vengono a riposarvisi delle loro marcie attraverso i deserti circostanti. I soldati, gli schiavi di ogni provenienza che accompagnano i trafficanti, contribuiscono a mescolare la razza e a renderne indistinti gli elementi primitivi; la popolazione che ne risulta è intelligente, gaia, ciarliera «pazza per la danza e per i piaceri»(570). In parecchi villaggi vivrebbero ancora dei Ghodiati, Gilledat o Gowameh, rappresentanti, a quanto dicono, la discendenza più o meno pura degli aborigeni. Secondo Munzinger, che loro dà il nome di Kadejat, essi sarebbero consanguinei dei Fungi. Abitano all’est e al sud delle montagne del Cordofan e del Giebel-Ain o «Monte delle acque», e malgrado le conquiste ed i cambiamenti di regime politico, essi costituiscono ancora un gruppo autonomo. Riconoscono uno dei loro quale sceicco, e gli pagano il tributo, ma, quando hanno a lagnarsi di lui, pregano un fachiro di togliergli il turbante dell’investitura e porlo sulla testa di un altro individuo. Questo basta per compiere il cambiamento di potere(571).
| |
Nilo Africa Cordofan Ghodiati Gilledat Gowameh Munzinger Kadejat Fungi Cordofan Giebel-Ain
|